Leggere il libro “Piccolo mondo antico” significa catapultarsi nella prima metà dell’800 in pieno dominio austriaco intaccato dalla voglia di italianità diffusa in tutto il nord di quella che sarebbe di li a poco diventata Italia. Fogazzaro prende per mano il lettore e gli presenta in modo autorevole e nitido una realtà tanto piccola quanto complessa , specchio di tante realtà parallele e trampolino di lancio verso un futuro moderno, eroico, incognito e talvolta spietatamente drammatico.
Tutta l’ambientazione del romanzo è riferita alla Valsolda, sul lago di Lugano, ad eccezione di una piccola ma grave parentesi torinese. La capacità descrittiva dell’autore è sublime, a tratti esuberante a tal punto che, finito un capitolo, si ha come l’impressione di aver visto e vissuto realmente in quei luoghi e la mente rivive piacevolmente quegli ameni luoghi lacustri intorno ai quali vita, morte e nascita si avvicendano in un ritmo cauto ma mai noioso.
L’autore, con grande senso critico e con capacità dialettiche fuori dal comune, ha l’audacia di imbastire dialoghi su temi delicati e spinosi quali l’esistenza di Dio e il rapporto tra uomo e chiesa in un’epoca nella quale misticismo, superstizione ed ignoranza venivano ancora facilmente e consapevolmente utilizzati dalla chiesa cattolica per aumentare il proprio prestigio e la propria forza. La protagonista del romanzo se ne rende conto e con forza e lucida determinazione femminile mette in discussione i dogmi cristiani cattolici diventando così un’eroina incompresa in un piccolo mondo di bigotti e spietati egoisti.
Tutta l’ambientazione del romanzo è riferita alla Valsolda, sul lago di Lugano, ad eccezione di una piccola ma grave parentesi torinese. La capacità descrittiva dell’autore è sublime, a tratti esuberante a tal punto che, finito un capitolo, si ha come l’impressione di aver visto e vissuto realmente in quei luoghi e la mente rivive piacevolmente quegli ameni luoghi lacustri intorno ai quali vita, morte e nascita si avvicendano in un ritmo cauto ma mai noioso.
L’autore, con grande senso critico e con capacità dialettiche fuori dal comune, ha l’audacia di imbastire dialoghi su temi delicati e spinosi quali l’esistenza di Dio e il rapporto tra uomo e chiesa in un’epoca nella quale misticismo, superstizione ed ignoranza venivano ancora facilmente e consapevolmente utilizzati dalla chiesa cattolica per aumentare il proprio prestigio e la propria forza. La protagonista del romanzo se ne rende conto e con forza e lucida determinazione femminile mette in discussione i dogmi cristiani cattolici diventando così un’eroina incompresa in un piccolo mondo di bigotti e spietati egoisti.