La capacità di sintesi è tanto più marcata quanto più la persona che se ne serve non ha nulla da dire.
La capacità di sintesi è tanto più marcata quanto più la persona che se ne serve non ha nulla da dire. Vedendo la foto dei bimbi Pakistani pubblicata sul web non ho potuto fare a meno che unirmi alla sofferenza ed alla commozione che una vista del genere non può esimersi di trasmettere con forza a chi la guarda.
Sono sempre stato fermamente convinto che per aiutare il terzo mondo sia necessario puntare sull’istruzione intesa nel senso più ampio del suo significato ma di fronte a questa foto si percepisce che la priorità è ben altra ed è di una bassezza disarmante: cibo. Non voglio cadere in banalità o in fastidiosi qualunquismi ma se ci fermiamo a riflettere possiamo facilmente capire che ciò che detestiamo in maniera innata sono le privazioni. Siamo troppo presi a lamentarci di quello che non abbiamo per vedere che potremmo essere felici con un centesimo di quello che possediamo . Ci vuole sensibilizzazione e al diavolo la crisi, qui non si parla di privazioni eccessive ma di piccolissimi sacrifici col fine di aiutare chi veramente non possiede nulla. Il sapere che a troppi bambini la vita non ha regalato che sofferenza è toppo difficile da accettare o peggio da negarne la conoscenza. E’ estremamente necessario prendere coscienza del fatto che il riservare un futuro migliore a questi bambini dipende da ognuno di noi, dalle nostre scelte, dalla nostra volontà. Io ci sto provando,e tu? Bene o male siamo arrivati ai 150 anni dell’unità d’Italia. Cosa sia rimasto dello spirito iniziale che tanto ha spronato gli animi dei nostri avi a cercare un’identità comune fra tante realtà diverse non è facile capirlo, tanto più in questo periodo nel quale sono sempre più forti ed insistenti le pressioni di chi si batte per un’Italia divisa sia dal punto di vista economico sia da quello territoriale.
E’ strana questa nostra nazione che a volte pare svogliata, indifferente e superficiale, troppo stereotipata nei suoi reality e nella sua voglia di calcio per potersi accorgere dei problemi che la stanno attanagliando, la stanno trascinando sempre più insistentemente verso un futuro troppo precario per essere sereno. Pare strano vedere mobilitazioni di massa per problemi legati al calcio mentre vengono snobbate quelle per il diritto al lavoro, quello vero, non quello precario ,quello nel quale o sei sfruttatore o sei sfruttato, quello senza tutele e senza dignità. Si sta alla finestra a guardare l’Italia dell’antimafia e dei politici corrotti, quella del ponte sullo stretto di Messina e degli ospedali abbandonati, quella dei Falcone, dei Borsellino e delle veline. Forse il problema è proprio questo, si sta a guardare sperando che siano sempre gli altri a fare il primo passo, a battersi per costruire qualcosa di migliore. In questa Italia piena di contraddizioni, nella quale mezzo mondo vorrebbe vivere e metà di quelli che ci vivono vorrebbe andarsene, io credo e con fermezza sono convinto che la via più giusta da percorrere per migliorala sia quella di puntare tutto sui figli, sulla loro capacità di vedere positivo, sulla loro straordinaria adattabilità e la loro fanciullesca curiosità. Istruzione ed educazione li renderanno mentalmente ed ideologicamente forti e propensi al bene comune ed al rispetto delle leggi. Non è retorica o puerile utopia ma è la voglia di vedere una popolazione piena di dignità riemergere dal torpore nel quale finge di star bene mentre in realtà scalpita vogliosa di poter guardare il mondo a testa alta e petto in fuori. Spesso l’estrema competitività unita all’istinto di prevaricazione insitio nell’uomo sono causa di atteggiamenti poco consoni ai contesti hobbistici nei quali passione e rilassatezza dovrebbero essere le motivazioni cardine di tali attività. Nemmeno il mondo radioantistico riesce ad esimersi da quelle che si avvicinano più a beghe condominiali piuttosto che a civili discussioni costruttive.
L’aspetto più curioso è che molte volte una reazione brusca può essere giustificata dal comportamento arrogante o illecito di alcuni che, nascondendosi biecamente dietro dei ” così fan tutti” piuttosto che ” in Italia le leggi non contano “, persistono nell’errare seppur consci di essere nel torto. Gli esempi che mi vengono in mente sono riferiti al legal power e al self spotting. Per essere competitivi sia in campo dx sia nel contesting è indubbio che le attrezzature siano l’elemento che più incide sul risultato finale unitamente alle capacità dell’operatore. Il mercato di oggi offre tutto quello che il radioamatore più esigente e benestante può desiderare compresi gli amplificatori lineari che hanno raggiunto ormai livelli di potenza simili a quelli delle emittenti broadcasting. Questa facilità di reperibilità ha comportato due fattori. Il primo è che un tempo oltre ad una soglia di potenza era necessario mettere in gioco l’autocostruzione che, come è noto, stimolava il radioamatore a non rimanere un utilizzatore ma ad essere un costruttore con conoscenze radiotecnico-elettroniche invidiabili. Il secondo è la diffusione sfrenata di questi giocattoli spara Kilowatt , perchè è di kilowatt che si parla, che assomiglia ad una squallida gara di virilità che non raramente finisce con lo svilire l’intera attività radioamatoriale. Chi possiede ed utilizza in modo non appropriato tali potenze viene preso da veri e propri deliri di onnipotenza sentendosi colui che tutto può e tutto decide nella frequenza. In realtà sono convinto che tutto questa amplificazione sia per sopperire la mancanza di cervello o gli evidenti problemi di inferiorità. Per quanto riguarda i self spotters, ovvero le persone che incuranti del divieto si ostinano ad inondare di spot riferiti a se stessi o a team dei quali fanno parte, la situazione tende al grottesco. Questi personaggi vengono sistematicamente smascherati e giustamente messi alla pubblica gogna e qualsiasi tentativo di giustificazione risulta ridicolo e indiscutibilmente forzato. Problema secondario, ma non per questo poco grave, è che chi ha potere di ammonire o escludere questi bari dalle prossime competizioni pare faccia orecchio da mercante contribuendo così a fomentare chi ha comportamenti antisportivi creando una situazione di impunità nella quale rifugiarsi. Non pretendo di far parte di un mondo idilliaco nel quale l’educazione sia alla base di chi ne fa parte ma provo stupore nel constatare che c’è chi è incurante di rendersi ridicolo perdendo la faccia per una manciata di punti in una competizione hobbistica. Immagino che vi stiate domandando quale possa essere il nesso tra un’arancia e l’attività radio. Se avrete la pazienza di leggere quello che può sembrare un delirante ed insensato scritto forse lo scoprirete.
In questo periodo le arance sono divinamente buone forse anche per il fatto che la stagione migliore per gli agrumi sta volgendo al termine quindi risultano particolarmente mature e di conseguenza succosissime e dolci. Quelle che preferisco sono le Tarocco siciliane che meritatamente hanno trovato la giusta collocazione nell’olimpo degli agrumi forgiandosi del marchio IGP Indicazione Geografica Protetta. L’arancia la si inizia a gustare già mentre la si sbuccia, quando le dita si districano tra la scorza e gli spicchi e l’aroma inconfondibile si sprigiona profumando l’aria in un modo tanto unico che sarebbe impossibile negare la presenza dell’agrume. Quando l’arancia è matura al punto giusto gli spicchi non oppongono resistenza e si dividono facilmente senza sprecare nemmeno una goccia del prezioso succo che contengono. E’ in questo momento che l’occhio vuole la sua parte e, curiosando tra la miriade di sfumature rossastre, può aiutare nel farsi un’idea sulla potenziale bontà dell’arancia che si sta per mangiare. Le velate striature gialle saranno quelle che, con il loro gusto lievemente asprognolo, contribuiranno a far sembrare ancor più dolce l’arancia grazie al contrasto che avranno con il rossore delle parti più mature. L’affondare dei denti nel morbido spicchio generoso di gusto dolce unitamente al profumo, nello stesso tempo forte e delicato dell’arancia, comportano un’armonia di fragranze che superano il limite dell’estasi dei sensi. Questa è la radio! Un misto di sensazioni, gioie, scoperte, sapori ed emozioni difficilmente descrivibili. Radio vuol dire il giallo aspro del caos come il rosso dolce del romantico. Le mille sfaccettature ed interessi riferite alla radio sono tanto numerose quanto interessanti ed il fatto che lo stesso segnale sia differente da giorno a giorno mi ricorda l’arancia che è sempre buona ma mai uguale alla precedente e per scoprirlo è necessario provarla. Sono sempre stato scettico al pensiero di dar vita ad un blog che per sua natura ha la necessità di periodici aggiornamenti , costante impegno e di un certo ordine nelle argomentazioni che non sono proprio parte del mio essere che, bontà sua, tende al disordine ed ad una innata incostanza. Non che manchino gli argomenti, no di certo, anzi, di cose da dire , fortunatamente, ce ne sono eccome e non sono necessariamene riferite a quella parte del mondo radioamatoriale puramente tecnica e strettamente dedicata agli addetti ai lavori.
Durante gli aggiornamentti al mio sito mi sono infatti accorto che concentravo l’attenzione soltanto verso argomenti tecnici che, tra l’altro, si possono trovare in innumerevoli altri siti, tralasciando quello che di più grande la radio sa dare: sensazioni. La passione che ci lega ad un hobby è tanto più forte quanto maggiori sono le sensazioni che questa attività riesce a trasmetterci e allora perchè non cercare di dare un’impostazione più romantica al sito in modo che possa almeno in parte rispecchiare quelle che sono le emozioni che si provano nel far radio cercando di incuriosire il lettore e stuzzicare anche la sua fantasia? Questo sarà lo scopo del blog che comunque non sarà esclusivamente dedicato alla radio ma vorrà anche essere un diario sul quale lasciare pensieri sparsi che un giorno, rileggendoli, spero mi potranno dare la possibilità di capire se realmente i tempi migliori sono quelli andati e quelli i quali ricordi rendono a volte malinconco il presente. |
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April 2012
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