Non sono ancora certo di cosa realmente mi attragga di quell’attività che spesso, troppo spesso , viene snobbata, dimenticata o ancor peggio denigrata per il sol fatto di poter sembrare passiva e priva di emozioni.
Il radioascolto infatti può risultare noioso se affrontato in modo superficiale e preconcetto soprattutto da quella parte di persone la cui curiosità non raggiunge limiti tali da stimolarli al punto di fidarsi di chi sostiene che ascoltando si entra in una dimensione onirica estremamente coinvolgente.
Che io sia un nostalgico è un dato di fatto col quale convivo da molti anni e, a dirla tutta, non lo considero un mero difetto tolta la parte malinconica dell’esserlo. Nostalgici si nasce, non lo si può diventare. Si possono passare anni senza sapere di esserlo e improvvisamente si sente una forza dalla quale non ci si può esimere che ci fa propendere verso il vintage nel senso stretto della parola ossia l’intendere oggetti e attività del passato migliori di quelli attuali.
Oltre a questa peculiarità il mio carattere è estremamente condizionato da quella che io definisco “curiosità cronica” che mi mette nella condizione di essere trascinato in qualsiasi attività purchè chi mi chiama in causa riesca a trasferirmi il giusto entusiasmo.
Anche per quanto riguarda il radioascolto, ci sono tre persone che, ognuno a modo suo, hanno contribuito notevolmente a farmi entrare in questa realtà che dà la sensazione di avere il mondo a portata di mano. Questi tre moschettieri sono, in ordine rigorosamente alfabetico, Andrea, Enrico e Massimiliano. A loro tre va tutta la colpa del tempo che sto dedicando ad ascoltare musiche strane cantate in lingue che non conosco il tutto rigorosamente a notte fonda. In questo momento sto ascoltando un’opera lirica della quale non capisco nulla ma non concentratevi solamente sul bicchiere mezzo vuoto; musiche, ritmi e silenzi lasciano così tanto spazio alla fantasia che basta poco, molto poco, per adattare quest’opera dalla melodia malinconicamente rilassante ad una qualsiasi ambientazione e lasciarsi prender per mano da una storia della quale soltanto voi conoscete l’inizio, gli sviluppi, gli intrecci e la fine. E scusate se è poco.
Il radioascolto infatti può risultare noioso se affrontato in modo superficiale e preconcetto soprattutto da quella parte di persone la cui curiosità non raggiunge limiti tali da stimolarli al punto di fidarsi di chi sostiene che ascoltando si entra in una dimensione onirica estremamente coinvolgente.
Che io sia un nostalgico è un dato di fatto col quale convivo da molti anni e, a dirla tutta, non lo considero un mero difetto tolta la parte malinconica dell’esserlo. Nostalgici si nasce, non lo si può diventare. Si possono passare anni senza sapere di esserlo e improvvisamente si sente una forza dalla quale non ci si può esimere che ci fa propendere verso il vintage nel senso stretto della parola ossia l’intendere oggetti e attività del passato migliori di quelli attuali.
Oltre a questa peculiarità il mio carattere è estremamente condizionato da quella che io definisco “curiosità cronica” che mi mette nella condizione di essere trascinato in qualsiasi attività purchè chi mi chiama in causa riesca a trasferirmi il giusto entusiasmo.
Anche per quanto riguarda il radioascolto, ci sono tre persone che, ognuno a modo suo, hanno contribuito notevolmente a farmi entrare in questa realtà che dà la sensazione di avere il mondo a portata di mano. Questi tre moschettieri sono, in ordine rigorosamente alfabetico, Andrea, Enrico e Massimiliano. A loro tre va tutta la colpa del tempo che sto dedicando ad ascoltare musiche strane cantate in lingue che non conosco il tutto rigorosamente a notte fonda. In questo momento sto ascoltando un’opera lirica della quale non capisco nulla ma non concentratevi solamente sul bicchiere mezzo vuoto; musiche, ritmi e silenzi lasciano così tanto spazio alla fantasia che basta poco, molto poco, per adattare quest’opera dalla melodia malinconicamente rilassante ad una qualsiasi ambientazione e lasciarsi prender per mano da una storia della quale soltanto voi conoscete l’inizio, gli sviluppi, gli intrecci e la fine. E scusate se è poco.